Triboo lancia la prima stagione di “Storie Vere, Soldi falsi” con Francesco Pezzulli

Triboo lancia la prima stagione di ‘Storie Vere, Soldi falsi’ con Francesco Pezzulli

‘Storie Vere, Soldi Falsi’ è il titolo della serie firmata T-Podcast (Gruppo Triboo), che racconta il mondo dell’economia e della finanza. La narrazione è affidata a Francesco Pezzulli, rinomato doppiatore, attore e direttore del doppiaggio, celebre per essere la voce italiana di Leonardo Di Caprio.

La serie nasce dalla volontà di raccontare quelle storie che hanno segnato il mondo della finanza e dell’economia mondiale. Dai grandi scandali aziendali, come quella di Enron, passando per i pionieri della truffa come Charles Ponzi, arrivando fino a Bernie Madoff e Sam Bankman-Fried, il mago delle cryptovalute, la serie vuole approfondire la psicologia e le personalità che stanno dietro ad alcune delle vicende più assurde che hanno riguardato il mondo economico mettendo in evidenza l’importanza di informare e, a volte, educare gli ascoltatori rispetto alle dinamiche e ai miti legati al mondo della finanza.

Grazie al supporto della redazione di Wall Street Italia e a un approfondito lavoro di documentazione realizzato dall’autore della serie, Fabio Donolato, giornalista, autore e speaker radiofonico, sono state selezionate 7 storie per questa prima stagione.

I protagonisti di questa prima stagione sono Bernard Madoff, Charles Ponzi, Elizabeth Holmes, Sam Bankman-Fried, Enron, Bre-X e Jordan Belfort.

 

YouMark

 


Triboo lancia la prima stagione di “Storie Vere, Soldi falsi” con Francesco Pezzulli

Triboo ancora protagonista nel mondo del podcast grazie a una serie firmata T-Podcast, che racconta il mondo dell’economia e della finanza.

“Storie Vere, Soldi Falsi” è il titolo del format che esplorerà l’oscuro e affascinante ecosistema delle truffe finanziarie attraverso una prospettiva mai adottata prima. La narrazione è affidata a Francesco Pezzulli, rinomato doppiatore, attore e direttore del doppiaggio, celebre per essere la voce italiana di Leonardo Di Caprio. La nuova serie promette di immergere gli ascoltatori in storie di inganno e ingegno e rivela i lati più nascosti dell’economia globale, con un approccio edutainment.

Il progetto nasce dalla volontà di raccontare quelle storie che hanno segnato il mondo della finanza e dell’economia mondiale: dai grandi scandali aziendali, come quella di Enron, ai pionieri della truffa come Charles Ponzi, Bernie Madoff e Sam Bankman-Fried, il mago delle cryptovalute, la serie punta ad approfondire la psicologia e le personalità che stanno dietro ad alcune delle vicende più assurde che hanno riguardato il mondo economico mettendo in evidenza l’importanza di informare e, a volte, educare gli ascoltatori rispetto alle dinamiche e ai miti legati al mondo della finanza.

“Storie Vere, Soldi Falsi” va ad affiancare ad altre serie di punta del gruppo come “Spaghetti Thriller”, “TvBlog Pills”, “La Notizia del giorno di Wall Street Italia”, “Punto PMI” e “Italian Startup”, che sono riuscite a raggiungere oltre un milione di ascoltatori. La scelta di una voce riconoscibile e nota come quella di Francesco Pezzulli è motivata dalla volontà di dare un marchio preciso allo stile di narrazione.

 

DailyNet

 


“Storie Vere, Soldi Falsi”, un podcast sulle truffe finanziarie con obiettivo educational

Triboo si riafferma nuovamente nel panorama dei podcast, annunciando il lancio di una serie firmata T-Podcast, che racconta il mondo dell’economia e della finanza. “Storie Vere, Soldi Falsi” è il titolo del format che esplorerà l’oscuro e affascinante ecosistema delle truffe finanziarie attraverso una prospettiva mai adottata prima.

La narrazione è affidata a Francesco Pezzulli, rinomato doppiatore, attore e direttore del doppiaggio, celebre per essere la voce italiana di Leonardo Di Caprio. Questa nuova serie promette di immergere gli ascoltatori in storie di inganno e ingegnosità, rivelando i lati più nascosti dell’economia globale, con un approccio edutainment.

“Storie Vere, Soldi Falsi” nasce dalla volontà di raccontare quelle storie che hanno segnato il mondo della finanza e dell’economia mondiale; dai grandi scandali aziendali, come quella di Enron, passando per i pionieri della truffa come Charles Ponzi, arrivando fino a Bernie Madoff e Sam Bankman-Fried, il mago delle cryptovalute, la serie vuole approfondire la psicologia e le personalità che stanno dietro ad alcune delle vicende più assurde che hanno riguardato il mondo economico mettendo in evidenza l’importanza di informare e, a volte, educare gli ascoltatori rispetto alle dinamiche e ai miti legati al mondo della finanza.

La scelta di una voce riconoscibile e nota come quella di Francesco Pezzulli è motivata dalla volontà di dare un marchio preciso allo stile di narrazione: non a caso Leonardo Di Caprio per moltissimi è strettamente legato al protagonista di The Wolf of Wall Street, Jordan Belfort, uno dei più grandi truffatori della storia recente americana, a cui è dedicato anche un episodio del podcast. La scelta di Pezzulli come narratore quindi, voce italiana di Di Caprio, è stata naturale.

Grazie al supporto della redazione di Wall Street Italia e a un approfondito lavoro di documentazione realizzato dall’autore della serie, Fabio Donolato, giornalista, autore e speaker radiofonico, sono state selezionate 7 storie per questa prima stagione. Ogni puntata tratta un personaggio o una storia specifica, andando a toccare diversi temi con l’inserimento di interventi da parte della redazione di Wall Street Italia per spiegare termini e dinamiche legati al mondo dell’economia e della finanza e di ogni storia.

Racconti legati ai “mercati tradizionali”, come quello dell’oro e quello azionario, arrivando fino ai giorni nostri, con i sogni della Silicon Valley e l’oscuro mondo delle crypto, così da trattare tutte le sfumature e le evoluzioni della base di tutte le truffe: lo schema Ponzi, uno strumento che ha saputo trasformarsi, pur mantenendo nei decenni sempre lo stesso modus operandi.

Giangiacomo Corno, editore di T-Podcast responsabile Media & ADV del Gruppo Triboo, che controlla questa testata, commenta così il lancio della nuova serie:

“L’approccio che abbiamo adottato nella costruzione di questa serie rappresenta il connubio tra la linea editoriale di Wall Street Italia, che tra i suoi obiettivi ha quello dell’educazione finanziaria dei fruitori dei suoi contenuti, e l’interpretazione di entertainment nel fare informazione e formazione, che applichiamo ad ogni progetto editoriale dedicato ai partner che si affidano alle nostre produzioni e mezzi per comunicare tramite nuovi format, contenuti di valore.”

I protagonisti di questa prima stagione sono: Jordan Belfort, Bernard Madoff, Charles Ponzi, Elizabeth Holmes, Sam Bankman-Fried, Enron, Bre-X.

“Storie Vere, Soldi Falsi” e tutte le produzioni T-Podcast sono disponibili su Spotify, Apple Podcast, Amazon Music e i maggiori aggregatori podcast.

 

WallStreetItalia

 


“Storie Vere, Soldi Falsi”: l’ascesa e la caduta di Jordan Belfort

È Jordan Belfort il primo protagonista di “Storie Vere, Soldi Falsi”, la serie di Triboo firmata T-Podcast, che racconta il mondo dell’economia e della finanza, un format che esplora il lato oscuro e affascinante sistema delle truffe finanziarie attraverso una prospettiva mai adottata prima.

A raccontare la storia di quello che è passato alla storia finanziaria come il Lupo di Wall Street, grazie all’omonimo film diretto da Martin Scorsese, con protagonista Leonardo Di Caprio, è il doppiatore e attore Francesco Pezzulli, la voce italiana dello stesso Di Caprio.

Diventato famoso sul grande schermo nel film diretto da Martin Scorsese “The Wolf of Wall Street” con il volto di Leonardo DiCaprio, Jordan Belfort è un ex trader di Wall Street, arrestato nel 1998 dopo esser stato riconosciuto colpevole di reati legati alla manipolazione del mercato azionario e alla frode. Dopo aver scontato 22 mesi di una pena detentiva di quattro anni, Belfort si è reinventato come oratore motivazionale, scrivendo diverse memorie di successo.

Classe 1962, Jordan Belfort è cresciuto nel Queens, a New York, e ha dimostrato fin da piccolo di conoscere il mondo degli affari. Secondo il suo libro di memorie, The Wolf of Wall Street, Belfort lavorava con un amico per vendere dessert italiani a base di ghiaccio  in una spiaggia vicino alla sua casa d’infanzia e nei mesi estivi, tra il liceo e il college, Belfort e il suo socio arrivarono a guadagnare ben 20.000 dollari.

Belfort studiò biologia all’American University con l’intenzione di iscriversi alla scuola di odontoiatria, ma ben presto abbandonò il progetto e iniziò la carriera di venditore porta a porta a Long Island.

Come raccontò in una delle sue biografie lo stesso Belfort, l’impresa ebbe successo e riuscì a far crescere l’attività al punto da avere una squadra di diversi lavoratori in grado di spostare più di due tonnellate di prodotti (in questo caso, carne e frutti di mare) ogni settimana. All’età di 25 anni, l’attività fallì e Jordan dichiarò bancarotta. Solo allora si interessò al lavoro di broker, che intraprese con l’aiuto di un amico di famiglia.

Alla fine degli anni ’80, quando Belfort si avvicinava ai 30 anni, fondò la società finanziaria Stratton Oakmont, una casa di brokeraggio over-the-counter. Negli anni successivi Stratton Oakmont ottenne risultati straordinari e fu collegata alle IPO di quasi tre dozzine di società diverse.

È nella sua posizione di fondatore di Stratton Oakmont che Belfort ha commesso le attività illegali che alla fine lo hanno mandato in prigione. Stratton Oakmont partecipò a una serie di frodi diverse, tra cui schemi di pump-and-dump per gonfiare artificialmente il prezzo delle azioni al centesimo.

L’azienda aveva un team ad hoc che esercitava pressioni sugli investitori affinché investissero il loro denaro in titoli altamente speculativi. Al suo apice, si dice che l’azienda impiegasse circa 1.000 agenti di borsa che supervisionavano investimenti per oltre 1 miliardo di dollari.

Nel corso della storia di Stratton Oakmont, la National Association of Securities Dealers (NASD) ha intrapreso numerose azioni legali contro la società. Nel 1996 la società è stata chiusa e nel 1998 Belfort e il suo socio Danny Porush sono stati incriminati per riciclaggio di denaro e frode finanziaria.

La sua truffa consisteva nel convincere gli investitori ad acquistare azioni della sua azienda, Stratton Oakmont, che in realtà erano prive di valore. I soldi dei nuovi investitori venivano usati per ripagare gli investitori più anziani, creando l’illusione di un’azienda di successo e redditizia. Belfort si è dichiarato colpevole di frode per gli schemi di pump-and-dump, che potrebbero essere costati ai suoi investitori fino a 200 milioni di dollari ed è stato condannato a quattro anni di carcere, anche se alla fine ha scontato solo 22 mesi.

Dopo il suo rilascio dal carcere, e come parte del suo accordo di risarcimento, Belfort è stato obbligato a pagare il 50% del suo reddito ai suoi ex investitori. Ma i procuratori federali hanno presentato una denuncia nel 2013, sostenendo che Belfort non aveva pagato la cifra corretta.

Non solo sanzioni penali. Belfort ha dovuto affrontare anche cause civili da parte di investitori che hanno perso denaro nella sua truffa e molti di questi investitori erano piccoli risparmiatori. Una truffa che ha avuto quindi un impatto finanziario sulle vittime, ma anche uno emotivo.

Belfort aveva guadagnato in totale 200 milioni di dollari ed è stato condannato a rimborsare le sue 1513 vittime per un totale di 110,4 milioni di dollari.

Poche figure nel mondo della finanza possono vantare un’influenza pari a quella di Jordan Belfort sulla convinzione comune che Wall Street sia un luogo avido e senza cuore.  Dopo il periodo di detenzione, Belfort si è reinventato come oratore motivazionale e tiene corsi di investimento, in particolare sulle criptovalute, e corsi di formazione aziendale incentrati sulla creazione di team di vendita efficaci. Uno dei suoi argomenti principali è la distinzione tra avidità, ambizione e passione a Wall Street, quel luogo che conosce molto bene e che ha visto la sua ascesa e la sua rovinosa caduta.

 

WallStreetItalia

 


“Storie Vere, Soldi Falsi”: Bernie Madoff, l’uomo dietro la truffa del secolo

Bernard Lawrence Madoff, detto “Bernie” è stato un finanziere americano che ha messo in atto il più grande schema Ponzi della storia, frodando migliaia di investitori per decine di miliardi di dollari nel corso di almeno 17 anni, o forse anche più a lungo.

Presidente del Nasdaq nei primi anni Novanta, Madoff è morto in carcere all’età di 82 anni il 14 aprile 2021, mentre scontava una condanna a 150 anni per riciclaggio di denaro, frode in titoli e diversi altri reati. Madoff è il secondo protagonista di “Storie Vere, Soldi Falsi”, la serie di Triboo firmata T-Podcast, che racconta il mondo dell’economia e della finanza, un format che esplora il lato oscuro e affascinante sistema delle truffe finanziarie attraverso una prospettiva mai adottata prima.

A raccontare la storia di Madoff è il doppiatore e attore Francesco Pezzulli, la voce italiana di Leonardo Di Caprio.

Nato a Brooklyn, New York, il 29 aprile 1938, da Ralph e Sylvia Madoff, Bernie si è laureato in scienze politiche alla Hofstra University nel 1960 e ha frequentato per un breve periodo la facoltà di legge alla Brooklyn Law School. Mentre era all’università, Bernie sposò la sua fidanzata del liceo, Ruth, con la quale in seguito fondò la Bernard L. Madoff Investment Securities LLC nel 1960.

Ma il successo arrivò quando insieme al fratello Peter iniziò a costruire capacità di trading elettronico che attirarono un flusso di ordini massiccio e incrementarono l’attività fornendo approfondimenti sull’attività del mercato. Un successo crescente tanto che Madoff sarebbe diventato presidente del Nasdaq nel 1990 e ne avrebbe ricoperto la carica anche nel 1991 e nel 1993.

A un certo punto, Madoff ha attirato gli investitori sostenendo di poter generare rendimenti elevati e costanti attraverso una strategia di investimento chiamata split-strike conversion, una strategia di trading legittima. Tuttavia, Madoff depositava i fondi dei clienti in un unico conto bancario che utilizzava per pagare i clienti esistenti che volevano riscuotere.

I rendimenti apparentemente altissimi di Madoff persuasero i clienti a investire ma in realtà, Madoff depositava semplicemente i loro fondi in un conto presso la Chase Manhattan Bank, che nel 2000 si è fusa per diventare JPMorgan Chase & Co. e li lasciava lì a “riposare”. Secondo una stima, la banca potrebbe aver guadagnato fino a 435 milioni di dollari di profitto al netto delle imposte da quei depositi. Quando i clienti chiamavano per riscattare i loro investimenti, Madoff finanziava i pagamenti con nuovi capitali, che attirava grazie alla reputazione di ottenere rendimenti incredibili e di adescare le sue vittime guadagnandosi la loro fiducia.

Un enorme schema Ponzi che non è stato in grado di mantenere quando il mercato è crollato bruscamente alla fine del 2008.  Il 10 dicembre 2008 ha confessato le sue malefatte ai figli, che lavoravano nella sua azienda. Il giorno seguente, furono proprio i figli a consegnarlo alle autorità.

Sebbene diverse persone abbiano avvisato la SEC e altre autorità dello schema di Bernie Madoff, la sua cattura è avvenuta solo dopo la confessione ai figli. Nel 2008, quando non poté più soddisfare le richieste di rimborso degli investitori, ammise le sue malefatte ai figli, Mark e Andrew, che consegnarono il padre alle autorità.

 La documentazione delle richieste di risarcimento delle vittime mostra la complessità e le dimensioni della maxi frode di Madoff ai danni degli investitori. Secondo i documenti, la truffa di Madoff si è protratta per oltre cinque decenni, a partire dagli anni Sessanta. I suoi estratti conto finali, che includono milioni di pagine di operazioni false e di contabilità poco chiara, mostrano che l’azienda ha avuto “profitti” per 47 miliardi di dollari.

Madoff si è dichiarato colpevole nel 2009 ed è stato condannato a trascorrere il resto della sua vita in prigione, una pena esemplare a 150 anni di carcere.

Migliaia gli investitori che hanno perso i risparmi di una vita. Gli investitori vittime di Madoff sono stati rappresentati da Irving Picard, un avvocato di New York che sta supervisionando la liquidazione della società di Madoff nel tribunale fallimentare. Picard ha citato in giudizio coloro che hanno tratto profitto dallo schema Ponzi e nell’aprile 2021, aveva recuperato quasi 14 miliardi di dollari.4243

Inoltre, nel 2013 è stato creato un Fondo per le vittime di Madoff (MVF) per aiutare a risarcire le persone truffate da Madoff, ma il Dipartimento di Giustizia ha iniziato a versare i circa 4 miliardi di dollari del fondo solo alla fine del 2017. Molti ritengono che i danni peggiori di Madoff avrebbero potuto essere evitati se la SEC fosse stata più rigorosa nelle sue indagini iniziali.

Ciò che indigna di tutta questa storia è il doppiogioco di Madoff che è riuscito a crearsi una facciata di rispettabilità e generosità, attirando gli investitori anche con le sue opere di beneficenza. E’ riuscito a truffare anche alcune organizzazioni non profit, che hanno visto i loro fondi quasi azzerati, tra cui la Fondazione Elie Wiesel per la Pace e l’associazione di beneficenza femminile Hadassah. 

 

Wall Street Italia

 


“Storie Vere, Soldi Falsi”: Michael De Guzman e il fiume d’oro inesistente

Aveva convinto il mondo di aver trovato l’oro nel Borneo ma la realtà fu ben diversa. Michael De Guzman  è il terzo protagonista di “Storie Vere, Soldi Falsi”, la serie di Triboo firmata T-Podcast, che racconta il mondo dell’economia e della finanza, un format che esplora il lato oscuro e affascinante sistema delle truffe finanziarie attraverso una prospettiva mai adottata prima.

A raccontare la storia del geologo filippino, che ha ispirato il film Gold – La grande truffa con protagonista Matthew McConaughey, il doppiatore e attore Francesco Pezzulli, la voce italiana di Leonardo Di Caprio.

Nato nelle Filippine nel 1946, De Guzman era un geologo con l’ambizione di fare moltissimi soldi. L’incontro che gli cambiò la vita fu con John Felderhof, un geologo olandese che gli confidò di aver trovato miniere d’argento e oro in Africa e lo convince a raggiungere il Borneo.

I due partono alla ricerca dell’oro esplorando dei terreni sulle rive del fiume Busang, nel Borneo Indonesiano. La popolazione del luogo, draga il fiume e trova sempre un po’ d’oro e da lì De Guzman si inventa la teoria sulle piscine vulcaniche. Preleva campioni di terreno, li analizza e scopre che quel terreno è ricco, ricchissimo, d’oro. Per anni il geologo produsse migliaia di campioni di carotaggi pieni d’oro.

E per effettuare gli scavi si affidano alla canadese Bre-X, una compagnia mineraria di David Walsh, vecchio amico di Felderhof. Le operazioni iniziano e le altre società non stanno a guardare. Freeport, un’altra compagnia mineraria interrogano Michael De Guzman dopo aver analizzato i suoi campioni al microscopio e aver scoperto che l’oro ha una forma strana, innaturalmente arrotondata.

Qui De Guzman spiega la sua teoria delle piscine vulcaniche: l’oro, spinto dagli spostamenti geologici assume proprio questa forma in siti del genere. Intanto gli affari andavano a gonfie vele e tutti i protagonisti della storia si arricchiscono come anche la Bre-X Minerals, il cui valore passa da zero a 6 miliardi di dollari.

Nel 1997 i tecnici della Freeport lo richiamano. Il problema venne a galla: di oro non c’era alcuna traccia. E la bolla scoppiò. De Guzman si scoprì che usò l’oro della sua fede nuzioale per sporcare i campioni. Il geologo prende l’elicottero per Busang e, secondo la versione ufficiale si getta dall’elicottero mentre sorvola la giungla. Il cadavere di De Guzman venne ritrovato tre giorni dopo, mezzo divorato dagli animali e praticamente irriconoscibile.

Dalle indagini risulta che sia De Guzamn, che Walsh che Felderhof avevano venduto le proprie azioni Bre-X nel 1996, pochi mesi prima del crollo, guadagnando decine di milioni di dollari e alla fine della giostra, la Bre-X chiude i battenti. Gelderhof fu accusato di insider trading e frode in titoli, ma alla fine fu assolto.

Molti non credono alla storia del suicidio di De Gulzman saltando dall’elicottero ma che sia stata tutta una messa in scena per uscire dalla vicenda. De Guzman e Felderhof hanno convinto gli investitori che la miniera era un enorme deposito d’oro e che la Bre-X stava per diventare uno dei maggiori produttori di oro al mondo.

Un vero e proprio tradimento a danno degli investitori e un campanello d’allarme per le autorità e le società minerarie che hanno difficilmente dovuto ricostruire la reputazione danneggiata dallo scandalo.

 

Wall Street Italia

 


“Storie Vere, Soldi Falsi”: chi è Charles Ponzi, il genio delle truffe

Il suo nome è legato allo schema truffaldino più diffuso al mondo: parliamo di Charles Ponzi, il primo nella storia conosciuta ad aver dato vita ad una pratica disonesta con cui ha rubato all’epoca, nei primi anni del ‘900, circa 15 milioni di dollari. La sua vita è protagonista di “Storie Vere, Soldi Falsi”, la serie di Triboo firmata T-Podcast, che racconta il mondo dell’economia e della finanza, un format che esplora il lato oscuro e affascinante sistema delle truffe finanziarie attraverso una prospettiva mai adottata prima. A raccontare la storia di Ponzi è il doppiatore e attore Francesco Pezzulli, la voce italiana di Leonardo Di Caprio.

Nato a Lugo, in provincia di Ravenna nel 1882, in una famiglia originariamente benestante ma che al momento della sua nascita, era diventata al limite della povertà. Si dice che Ponzi abbia manifestato presto tendenze criminali, rubando ai genitori e persino ai parroci del paese.

Da giovane frequentò l’Università Sapienza di Roma, dove, a suo dire, non era proprio uno studente modello. Di conseguenza, dopo quattro anni, Ponzi fu costretto a lasciare l’università senza soldi e senza laurea. Durante gli anni dell’università, aveva sentito parlare di altri italiani che erano partiti per l’America per trovare fama e fortuna e decise che quella era l’unica strada che gli rimaneva da percorrere. Ponzi arrivò a Boston nel novembre 1903. Nella sua autobiografia, The Rise of Mr. Ponzi, afferma di essere partito dall’Italia con 200 dollari, ma di essere arrivato in America con molto meno.

Negli anni successivi, Ponzi riuscì a imparare l’inglese e a svolgere lavori saltuari. Dopo essersi trasferito in diverse città, tra cui Pittsburgh, New York, New Haven, Conn. e Providence, R.I., è finito a Montreal, in Canada, dove ha lavorato come cassiere di banca ma perse il lavoro quando la banca fallì. Tornò al crimine, che lo portò a trascorrere tre anni in prigione in Quebec per contraffazione. Dopo il rilascio, iniziò ad aiutare a contrabbandare immigrati italiani negli Stati Uniti. Tornato a Boston nel fine settimana del Memorial Day del 1917, Ponzi, ormai 35enne, si innamorò di Rose Gnecco e nel febbraio 1918 si sposarono. Nei mesi successivi, Ponzi svolse diversi lavori.

Nel 1919, dopo aver avviato una piccola attività di export-import, Ponzi ricevette una lettera da un’azienda spagnola con la richiesta di un catalogo pubblicitario. All’interno della busta trovò un coupon di risposta internazionale (IRC), un tipo di buono accettato in vari altri Paesi in cambio di francobolli locali. Ponzi si rese subito conto del potenziale guadagno nello sfruttare le differenze di cambio per acquistare IRC in un paese e riscattarli in un altro.

“Il ‘racket’ delle cedole di risposta internazionali mi è caduto in grembo come una mela matura. Non ho dovuto scuotere l’albero per prenderla. Ho semplicemente allungato la mano dove era caduta e l’ho presa. Sembrava buona. Lussuosa. L’ho esaminata alla ricerca di eventuali difetti. Non ne trovai nessuno. Ho dovuto mordere. Non sarei stato umano se non l’avessi fatto”.

Così raccontò nella sua biografia lo stesso Ponzi. A questo punto, Ponzi aveva scoperto una pratica nota come arbitraggio: l’acquisto e la vendita simultanei di un’attività in due mercati diversi. Piccole differenze di prezzo consentono di ottenere un profitto modesto. In questo caso, l’acquisto di IRC in Italia a un prezzo e lo scambio con francobolli a prezzo più alto negli Stati Uniti. Ma non si fermò qui. Nel 1920, Ponzi fondò una società chiamata Securities Exchange Company, in cui vendeva azioni (cambiali) pubblicizzando un interesse del 50% dopo 90 giorni. I fondi ottenuti dagli investitori dovevano essere utilizzati per acquistare IRC da riscattare negli Stati Uniti.

Invece, Ponzi utilizzò i fondi ottenuti dai nuovi investitori per pagare i vecchi investitori. Lo schema funzionò e nei primi otto mesi del 1920 rastrellò 15 milioni di dollari. Continuò a portare avanti lo schema dicendo agli investitori di aver creato un’elaborata rete di agenti che acquistavano per lui IRC all’estero e che lui poteva riscattare negli Stati Uniti per ottenere un lauto profitto. In realtà, non esisteva un’elaborata rete di acquirenti di cedole; egli utilizzava i nuovi investimenti per pagare i vecchi investitori.

Uno schema Ponzi è una truffa di investimento che paga i primi investitori con il denaro sottratto agli investitori successivi per creare l’illusione di grandi profitti. Uno schema Ponzi promette un alto tasso di rendimento con pochi rischi per l’investitore. Si basa sul passaparola, in quanto i nuovi investitori sentono parlare dei grandi guadagni ottenuti dai primi investitori. Inevitabilmente, lo schema crolla quando il flusso di nuovo denaro rallenta, rendendo impossibile mantenere i pagamenti dei presunti profitti.

Uno schema Ponzi è simile a uno schema piramidale in quanto entrambi utilizzano i fondi dei nuovi investitori per pagare i precedenti finanziatori. Uno schema piramidale di solito si basa sulla ricompensa dei primi partecipanti per reclutarne altri, ma crolla quando l’offerta di potenziali partecipanti diminuisce.

Nel luglio del 1920, il Boston Post pubblicò un lusinghiero articolo in prima pagina su Ponzi, che stimava il suo patrimonio netto a 8,5 milioni di dollari. Ma iniziarono le prime indagini su Ponzi e finì per essere condannato con l’accusa federale di frode postale e scontò 3 anni e mezzo di carcere. Dopo la libertà vigilata, fu condannato per altre accuse, saltò la cauzione, fu catturato e finì di nuovo in prigione, uscendo nel 1934. A quel punto fu deportato in Italia, suo paese natale, non essendo mai diventato cittadino statunitense. La sua storia in Italia e in Brasile non è ben documentata, anche se si sa che morì il 18 gennaio 1949 in un ospedale di beneficenza a Rio de Janeiro, lasciando solo 75 dollari per pagare la sua sepoltura.

La storia di Ponzi si è ripetuta. Nel 2008, Bernard Madoff è stato condannato per aver gestito uno schema Ponzi che falsificava i rapporti di trading per dimostrare che i suoi clienti stavano guadagnando profitti su investimenti inesistenti. Ma Madoff è in buona compagnia. Tra il 1994 e il 2003, la Mutual Benefits Co. ha truffato 28.000 malati terminali per 1 miliardo di dollari in uno dei più gravi schemi Ponzi di tutti i tempi. Negli anni 2016-2018, c’è stata la truffa del programma di investimento in criptovalute Bitconnect fino al 2012 con Allen Stanford che ha condotto uno schema Ponzi attraverso la sua Stanford International Bank che ha truffato gli investitori per 7 miliardi di dollari.

 

Wall Street Italia

 


“Storie Vere, Soldi Falsi”: l’ascesa e la caduta del Re delle criptovalute Sam Bankman-Fried

Sam Bankman-Fried, il fondatore della borsa di criptovalute FTX della società di trading di criptovalute Alameda Research, dichiarato colpevole di frode e altri reati e  condannato a 25 anni di carcere e al pagamento di 11 miliardi di dollari è il protagonista di “Storie Vere, Soldi Falsi”, la serie di Triboo firmata T-Podcast, che racconta il mondo dell’economia e della finanza, un format che esplora il lato oscuro e affascinante sistema delle truffe finanziarie attraverso una prospettiva mai adottata prima.

A raccontare la storia di Bankman-Fried  salito alla ribalta come capo di una delle più grandi borse di criptovalute del mondo, con un patrimonio netto personale che è arrivato a superare i 26 miliardi di dollari, prima della brusca fine del suo impero di valute digitali all’inizio di novembre 2022, è il doppiatore e attore Francesco Pezzulli, la voce italiana di Leonardo Di Caprio.

Nato il 6 marzo 1992 in California, figlio di due professori della Stanford Law School, Bankman-Fried è cresciuto in una famiglia molto istruita. Bankman-Fried si è laureato al Massachusetts Institute of Technology (MIT) nel 2014 con una laurea in fisica e una in matematica. Nell’estate del 2013 ha lavorato come stagista per Jane Street Capital a New York, dove è tornato come dipendente a tempo pieno dopo la laurea. Nel 2017 Bankman-Fried ha lasciato Jane Street e ha fondato Alameda Research, una società di trading che guadagnava milioni di dollari al giorno negoziando attivamente criptovalute tra i vari mercati internazionali. Nell’aprile 2019 ha fondato lo scambio di criptovalute FTX.

Quando il mondo delle criptovalute è salito alla ribalta durante la pandemia, Bankman-Fried e la sua società con sede alle Bahamas hanno prosperato. La base di utenti di FTX si espanse e Bankman-Fried sembrò avere una base solida nei mercati delle criptovalute, altrimenti solitamente turbolenti.

Durante la successiva ondata di fallimenti di criptovalute, Bankman-Fried ha offerto un’ancora di salvezza finanziaria alla borsa di criptovalute BlockFi, salvandola da una grave crisi di liquidità. Bankman-Fried non ha mai fatto trapelare alcuna difficoltà finanziaria o rischio di bancarotta per FTX fino all’ottobre 2022. Quell’anno, un rapporto ha rilevato che gran parte della liquidità detenuta da FTX era sotto forma di un proprio token, FTT, che controlla a livello centrale. Sulla scia di questa notizia, il 6 novembre 2022 l’amministratore delegato di Binance, rivale di FTX, ha annunciato l’intenzione di vendere tutte le partecipazioni di FTX. L’annuncio e le vendite hanno spinto al ribasso il prezzo del token e hanno fatto tremare il resto dei mercati delle criptovalute.

Quando la crisi di liquidità di FTX è diventata evidente, l’amministratore delegato di Binance Changpeng Zhao ha annunciato con una lettera di intenti non vincolante di poter acquistare FTX ma dopo una giornata di due diligence, tuttavia, Binance ha rinunciato. Zhao ha dichiarato che la situazione finanziaria era troppo grave per una soluzione economica. Allo stesso tempo, le autorità di regolamentazione della Securities and Exchange Commission (SEC) ha annunciato un’indagine su Alameda Research e FTX U.S., con l’accusa di cattiva gestione dei fondi dei clienti da parte della borsa. A quel punto il collasso finanziario di FTX divenne evidente. Bankman-Fried avrebbe tentato di raccogliere miliardi di dollari in un’operazione notturna per salvare FTX.

La situazione di FTX sembra essere stata particolarmente grave, in quanto l’azienda aveva accumulato una grande quantità di debiti e aveva perso traccia del denaro dei clienti. Questo ha portato alla chiusura della società e alla perdita di molti posti di lavoro. FTX aveva accumulato una grande quantità di debiti, per un totale di 1,1 miliardi di dollari. Non solo: l’azienda avrebbe anche perso traccia di parte del denaro dei suoi clienti. Secondo i debitori, FTX avrebbe utilizzato i fondi dei clienti per coprire le proprie perdite e avrebbe inoltre usato i soldi per finanziare l’acquisto di altre società.

Sam Bankman-Fried è stato arrestato e in seguito condannato a una pena detentiva di 25 anni in relazione all’uso fraudolento dei fondi dei clienti della borsa. Oltre a trascorrere questo periodo in carcere, Bankman-Fried dovrà affrontare anche 3 anni di libertà vigilata e la confisca di oltre 11 miliardi di dollari, che il tribunale ha autorizzato a destinare al risarcimento dei clienti di FTX. Bankman-Fried è stato giudicato colpevole per il suo ruolo nella frode di criptovalute lo scorso novembre.

Il futuro sarà probabilmente difficile per Bankman-Fried ma anche e soprattutto per gli investitori in FTX, che hanno perso miliardi. È improbabile che recuperino i fondi persi nel crollo di FTX. Con le ingenti perdite subite dagli investitori e dai clienti, FTX e Bankman-Fried saranno probabilmente oggetto di molte azioni legali e procedure fallimentari future. In ogni caso, la vicenda FTX rappresenta un campanello d’allarme per il mondo delle criptovalute, che deve fare i conti con la necessità di una maggiore trasparenza e di una regolamentazione adeguata.

La mancanza di normative adeguate ha permesso a molte società di operare senza essere soggette a controlli e senza dover rispettare standard di sicurezza. Infine, il caso di FTX dimostra come l’avidità e la mancanza di trasparenza possono portare al fallimento di un’azienda, anche in un settore innovativo come quello delle criptovalute.

 

Wall Street Italia

 


“Storie Vere, Soldi Falsi”: Elizabeth Holmes, la miliardaria che voleva rivoluzionare la medicina

Si è presentata al mondo come il nuovo Steve Jobs della scienza, capace di rivoluzionare il sistema delle analisi del sangue. Ma invece era l’ennesima truffatriche, capace di far cadere nella sua trappola pazienti e facoltosi investitori. Elizabeth Holmes, la fondatrice della startup di analisi del sangue Theranos la protagonista di una nuova puntata di “Storie Vere, Soldi Falsi”, la serie di Triboo firmata T-Podcast, che racconta il mondo dell’economia e della finanza, un format che esplora il lato oscuro e affascinante sistema delle truffe finanziarie attraverso una prospettiva mai adottata prima. A narrare le sue gesta Francesco Pezzulli, la voce italiana di Leonardo Di Caprio.

Classe 1984, Elizabeth Holmes è nata a Washington. Sua madre, Noel, è stata membro di una commissione del Congresso e suo padre, Christian Holmes, ha lavorato per la Enron prima di passare ad agenzie governative come l’USAID. La giovane Elizabeth dopo essersi iscritta all’Università di Stanford ha ben presto abbandonato gli studi e fondato la startup di analisi del sangue Theranos nel 2003. La sua idea era rivoluzionaria: poche gocce di sangue da prelevare per un’infinità di test.

A credere nelle sue potenzialità diversi importanti investitori, tra cui i miliardari Rupert Murdoch e Larry Ellison. L’ascesa verso il successo si dimostrò veloce e in poco tempo la Theranos venne valutata ben 9 miliardi di dollari. Nel 2014, quando aveva 30 anni, Forbes nominò la Holmes la più giovane donna miliardaria self-made al mondo, con un valore di 4,5 miliardi di dollari.

Ma ben presto l’innovazione tecnologica di cui parlavano l’amministratore delegato Elizabeth Holmes e l’ex presidente dell’azienda Ramesh Balwani si è dimostrata realmente per quel che era: una finzione. Fu un articolo del Wall Street Journal a rilevare per primo che Theranos utilizzava macchinari di altre aziende per compiere le analisi. Non c’era nessuna tecnologia rivoluzionaria dietro e oltretutto molti test del sangue si rivelarono falsati. In poco tempo l’impero di carta creato da Holmes e Balwani crollò. Forbes azzerò la stima del patrimonio netto della Holmes a 0 dollari nel giugno 2016.

Nel 2018, la SEC ha accusato Theranos, Holmes e l’ex presidente Ramesh “Sunny” Balwani di frode. Sia Holmes che Balwani sono stati infine incarcerati. La Holmes ha patteggiato le accuse, pagando una multa di 500.000 dollari e rinunciando alle sue azioni di Theranos. Theranos ha iniziato a chiudere i suoi laboratori clinici alla fine del 2016, cessando infine le attività nel settembre 2018.

Su di lei avevano scommesso Rupert Murdoch e persino Barack Obama e Henry Kissinger, dando un’immagine di sé che ricordava Steve Jobs, vestendo quasi sempre con un dolcevita nero come il fondatore di Apple. Ha frequentato la famiglia Clinton e ricevuto premi prestigiosi e, pur senza un titolo di studio universitario, è riuscita ad entrare nel board of fellows della Harvard Medical School.  La storia della Holmes stata oggetto di reportage investigativi e di una serie televisiva Drop Out, interpretata da Amanda Seyfried.

L’ascesa e la caduta di Theranos, che sosteneva che la sua tecnologia poteva fornire agli utenti dati sulla salute analizzando il sangue prelevato da un’unica puntura del dito, è diventata emblematica delle startup che allettavano gli investitori con false promesse nei primi anni 2000.

 

Wall Street Italia

 


“Storie Vere, Soldi Falsi”: Kenneth Lay, l’uomo dietro lo scandalo che ha sconvolto Wall Street

Il crollo di Enron è stato il più grande fallimento aziendale che abbia colpito il mondo finanziario, superato solo dai fallimenti di Lehman Brothers, Washington Mutual, WorldCom e General Motors.

Enron era una società energetica con sede a Houston, implosa a causa di varie pratiche contabili fraudolente. La frode è venuta alla luce nell’ottobre 2001, a seguito di una lettera di denuncia dell’allora vicepresidente di Enron Sherron Watkins al presidente Kenneth Lay nell’agosto 2001.

Proprio Lay, fondatore e presidente, morto d’infarto nel 2006, è tra i nomi dietro lo scandalo della Enron e il protagonista dell’ultimo episodio di  “Storie Vere, Soldi Falsi”, la serie di Triboo firmata T-Podcast, che racconta il mondo dell’economia e della finanza, un format che esplora il lato oscuro e affascinante sistema delle truffe finanziarie attraverso una prospettiva mai adottata prima.

A narrare la storia di Lay e della Enron, uno degli scandali finanziari che hanno segnato la storia di Wall Street è l’attore e doppiatore Francesco Pezzulli, la voce italiana di Leonardo Di Caprio.

Prima della sua scomparsa, Enron era una grande società di energia, materie prime e servizi con sede a Houston, in Texas. Il suo crollo ha colpito oltre 20.000 dipendenti e ha scosso Wall Street. All’apice della sua attività, le azioni di Enron valevano 90,75 dollari. Al momento della dichiarazione di fallimento, il 2 dicembre 2001, le azioni erano scambiate a 0,26 dollari.

Dopo esser stata fondata nel 1985 a seguito della fusione tra Houston Natural Gas e InterNorth, con sede a Omaha, Kenneth Lay, amministratore delegato di Houston Natural Gas, divenne amministratore delegato e presidente di Enron. Nel 1990, Lay creò Enron Finance e nominò Jeffrey Skilling a capo della nuova società.

Nel dicembre 2001 il gruppo andò incontro ad un’improvvisa e inaspettata bancarotta che smascherò una prassi amministrativa fatta di bilanci gonfiati e società costituite all’estero con lo scopo di nasconderli. In primis l’azienda subì una perdita di 618 milioni di dollari, portando ad una svalutazione del valore azionario di 1,2 miliardi. Da lì la SEC (Securities and Exchange Commission) avviò un’inchiesta su un possibile conflitto di interessi legato alle transazioni della società con le partnership strette con Andrei Fastow. Da lì il prezzo del titolo andò ancora più giù, sotto i 40 dollari.

Nel periodo di difficoltà, la società attuò una frode sui conti chiedendo grandi quantità di denaro che entrarono a far parte del bilancio come debiti, che venivano poi scaricati su più di 800 società non collegate in modo diretto alla Enron, bensì ad Andrei Fastow, l’ex CFO.

La vicenda venuta alla luce sollevò numerose polemiche nell’opinione pubblica americana e internazionale, tanto che nel luglio 2002, l’allora presidente George W. Bush firmò la legge Sarbanes-Oxley, inasprendo le conseguenze per chi distrugge, altera o falsifica i bilanci e per chi cerca di frodare gli azionisti.

Le conseguenze del crac Enron sono pesanti per migliaia di dipendenti e risparmiatori e non solo.  Trentadue dirigenti di Enron vengono rinviati e giudizio e condannati, tra cui gli artefici della truffa, Jeffrey Skilling e soprattutto Kenneth Lay. Lay viene dichiarato colpevole  il 25 giugno del 2006 ma improvvisamente il 7 luglio muore d’infarto, prima della condanna definitiva.

 

Wall Street Italia